stefano boeri: floating void


C'e' una scuola d'architettura, vecchia - viene dal secolo scorso, che ama il progetto inutile, meglio se sensazionale. Cosa di meglio che usare una icona come il Guggenheim di New York e, dandogli di renderizzazione, fare in modo che il proprio nome compaia, anche se per poco, accanto a quello di F.Ll. Wright? Non pensare male, non si tratta di sciacallaggio, e nemmeno di vanagloria o supponenza: e' solo la banale piccola malattia - tutta italiana - di usare piu' i gomiti che il cervello, sperando di farla franca. D'altronde la Grande Supposta deve pur servire a qualcosa...

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